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Le origini della Tecnica Craniosacrale

L’Osteopatia nasce negli USA con Andrei Taylor Still (1828-1917), Le sue scoperte sono un supporto fondamentale della visione Olistica nel campo delle medicine e delle metodiche manuali. “Il corpo umano non funziona per unità separate, ma come un tutto armonioso… Il corpo produce tutte le sostanze che servono alla sua integrità fisica… Il corpo possiede un potere di auto-regolazione e di auto-guarigione…” A.T. Still.

Verso l’inizio del XX secolo, un suo allievo, uno studente dell’ultimo anno della Scuola Americana di Osteopatia di Kirksville, William Gardner Sutherland, si mise ad esaminare un insieme di ossa disarticolate di un teschio umano nel laboratorio del suo istituto. A Sutherland, come ad altri studenti della sua epoca, era stato insegnato che le ossa craniche dell’adulto non si muovono perché le loro suture sono fuse saldamente da calcificazioni, e che il cranio si limiterebbe a svolgere una funzione protettiva ed ematopoietica (formazione di globuli rossi, bianchi o leucociti e piastrine). Tuttavia, egli osservò che stava tenendo in mano ossa di adulto che si erano separate facilmente l’una dall’altra.

Sutherland fu colpito, inoltre, dalla disposizione anatomica delle ossa del cranio umano; era dell’opinione che la loro disposizione fosse tale da favorirne il movimento. Si accorse, infatti, che alcune suture delle ossa del cranio assomigliavano alle branchie di un pesce ed erano state progettate per un movimento respiratorio. 

Egli progettò un tipo di casco fatto di bende di lino e cinghie di cuoio, che poteva essere stretto in varie posizioni, per evitare che avesse luogo qualsiasi potenziale movimento craniale. Provando su se stesso, strinse le cinghie prima in una direzione e poi in altre e dopo poco cominciò ad accusare cefalee e disturbi dell’apparato digerente, nausea e disorientamento. Ma allo stesso tempo notò che quando le cinghie del casco erano strette in certe posizioni aveva un gran senso di sollievo ed un miglioramento della circolazione sanguigna del cranio.

Dopo molti mesi passati a tendere e restringere le ossa del suo cranio il dr Sutherland arrivò alla conclusione di questa ricerca con la convinzione assoluta che le ossa del cranio dell’adulto si muovono.

Attorno al 1970 un altro osteopata, John E. Upledger, studente della stessa scuola frequentata dal dr Sutherland, si occupò intensamente del ritmo cranico apprendendo determinate tecniche specifiche manipolative.

Molti anni dopo, nella sua pratica della professione medica in Florida, il dr Upledger assisté un collega neurologo durante un intervento chirurgico su un suo paziente. Egli raccontò di essersi stupito nel notare un movimento inatteso nel tessuto che protegge il midollo spinale.

Gli fu chiesto di tenere separata la membrana che avvolge la spina dorsale, mentre il chirurgo cercava di rimuovere una calcificazione. Il dr Upledger, imbarazzato, non riuscì a tenere ferma la membrana che si muoveva ritmicamente sotto le sue dita. Era evidente che il movimento della dura madre era ritmico e aveva una frequenza di circa otto cicli al minuto. Era un’attività ritmica indipendente dall’ attività respiratoria e dai ritmi cardiaci del paziente. Sembrava essere analogo al movimento delle maree e derivante dal liquido contenuto nella membrana stessa.

Quello che percepiva sotto le sue dita era il ritmo Craniosacrale.

Il sistema craniosacrale può essere definito “un sistema fisiologico funzionale “E’ caratterizzato da un’ attività ritmica che dura per tutta la vita. Presenta le caratteristiche di un sistema idraulico semichiuso e il liquido che vi scorre è il liquido cefalorachidiano. La produzione e distribuzione, l’assorbimento del liquido cefalorachidiano, creano un movimento di flessione e di estensione del corpo. Questo è il movimento che l’ operatore di craniosacrale va a ricercare nel corpo attraverso la palpazione.

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